La Signora Omicidi non ha (ancora) ammazzato il campionato. Altro matchpoint-scudetto gettato alle ortiche, dopo quello di due settimane fa a Udine. La peggiore Juve della stagione si ferma a Cesena (2-2), complice un rigore sbagliato nel finale da Vidal. E la Roma resta miracolosamente a -7.
«Torniamo con i piedi per terra: ogni tanto siamo un po’ presuntuosi - tuona Allegri -. Per come si era messa la partita, ci è ancora andata bene». E Buffon recita il mea culpa: «Certe occasioni non si possono dilapidare. La colpa è soprattutto mia, perché un capitano dovrebbe dare energie positive». Poi il numero 1 lancia una frecciata: «Nessuno ci regala lo scudetto. Per vincerlo legittimamente dobbiamo conquistarlo con 15 punti di vantaggio».
Pronti via e i 38 punti di differenza evaporano. Il Cesena prende la Juve in contropiede. In tutti i sensi. Buffon rattoppa due volte su Defrel, lanciato a rete dagli svarioni dei fantasmi di Pogba e Bonucci, ma non può fare nulla quando il francese, liberato da una topica di Pirlo, apparecchia per l’1-0 di Djuric.
Il vantaggio del Cesena dura 10 minuti. Poco? No, moltissimo, considerando che, prima di ieri, la Juve era rimasta sotto per un identico periodo in tutto l’arco del campionato (4 minuti in svantaggio contro la Roma, 6 col Sassuolo). La Signora abbassa i ritmi e reagisce. Senza lo squalificato Tevez, al pareggio ci pensa Morata che, poco dopo, mette la zucca anche nel 2-1 di Marchisio, in rete dopo cinque lunghi mesi: «Pensavamo fosse più facile - ammette il Principino -, all’inizio abbiamo dormito e regalato tantissimo».
Gara più tattica e bloccata nella ripresa. La Juve, ecco l’errore, si limita a gestire, ad aspettare il Cesena che pareggia con Brienza e sfiora il controsorpasso con Djuric, prima che Vidal fallisca il primo penalty in campionato (mani di Lucchini). «Nel primo tempo Arturo è stato uno dei migliori, se non il migliore - così Allegri -. Quanto a Pogba, deve tornare sui suoi standard». Infine Morata: «Un punto importante, il mio gol conta meno quando non si vince».